Scopri tutto ciò che c’è da sapere sull’acero montano (Acer pseudoplatanus): dalle sue caratteristiche alla coltivazione, passando per cure e accorgimenti pratici.

L’acero montano, noto anche con il nome scientifico Acer pseudoplatanus, è un albero a foglia caduca che incanta per la sua eleganza e la straordinaria resistenza. Appartenente alla famiglia delle Sapindaceae, è diffuso in tutta Europa ed è particolarmente apprezzato per la sua chioma ampia, il fogliame decorativo e la capacità di adattarsi a climi anche rigidi. Grazie alla sua crescita vigorosa e alla longevità, è spesso utilizzato in parchi, giardini e viali alberati. Ma può anche trovare posto in spazi più contenuti, purché si rispettino alcune esigenze specifiche.
Caratteristiche di acero montano
L’acero montano può raggiungere un’altezza di 25-30 metri e presenta una chioma espansa e tondeggiante. Le foglie, palmate e lobate, ricordano vagamente quelle del platano (da cui il nome “pseudoplatanus”) e virano verso tonalità spettacolari in autunno, passando dal verde brillante al giallo e al rosso. La corteccia, liscia nei giovani esemplari, diventa grigiastra e fessurata con il tempo. Produce piccoli fiori giallo-verdastri in primavera, seguiti da samare, i caratteristici frutti alati.
Coltivazione
Coltivare l’acero montano è relativamente semplice, soprattutto se si parte da un giovane albero in vivaio. È adatto sia alla messa a dimora in piena terra che alla coltivazione in vaso (preferibilmente solo nei primi anni). Il periodo migliore per la piantumazione è l’autunno o l’inizio della primavera, evitando i periodi di gelo intenso.
Esposizione
L’acero montano predilige una posizione soleggiata o a mezz’ombra. Teme l’esposizione troppo prolungata ai raggi diretti in zone molto calde, che possono provocare bruciature sulle foglie, ma allo stesso tempo necessita di una buona luce per svilupparsi al meglio. Si adatta bene anche ad altitudini elevate e resiste al vento.
Potatura
Non richiede potature frequenti, ma può essere utile intervenire a fine inverno per rimuovere rami secchi, danneggiati o mal posizionati. Le potature drastiche non sono consigliate, poiché l’acero tende a produrre abbondante linfa, eccessiva se le ferite sono troppo estese.
Rinvaso
Nel caso si coltivi in vaso, è bene procedere al rinvaso ogni 2-3 anni, scegliendo un contenitore leggermente più grande e un terriccio ricco ma ben drenato. Il periodo migliore è la fine dell’inverno o l’inizio della primavera. Con il passare del tempo, sarà comunque preferibile spostarlo in piena terra per garantirgli spazio sufficiente.
Concimazione
L’acero montano non è particolarmente esigente, ma una concimazione annuale in primavera aiuta la pianta a mantenersi vigorosa. Si possono utilizzare concimi organici o a lenta cessione, ricchi in azoto e potassio, per favorire la crescita e la formazione del fogliame.
Irrigazione
Una volta ben radicato in piena terra, l’acero montano sopporta brevi periodi di siccità, ma durante i primi anni o in caso di coltivazione in vaso necessita di irrigazioni regolari. È importante mantenere il terreno fresco ma non troppo umido, evitando ristagni che potrebbero compromettere l’apparato radicale.

Parassiti e malattie
L’acero montano è generalmente resistente, ma può essere attaccato da afidi, cocciniglie o acari. In caso di infestazione, si può intervenire con trattamenti mirati a base di sapone molle o oli vegetali. Attenzione anche ai marciumi radicali, che possono insorgere in terreni poco drenanti.
Moltiplicazione
La moltiplicazione può avvenire tramite semina o, più raramente, per talea. La semina è piuttosto semplice, ma richiede tempo: i semi devono subire una stratificazione fredda (trattamento a freddo) per germinare correttamente. In alternativa, nei vivai si predilige l’innesto per ottenere piante più resistenti e uniformi.