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Scarabeo giapponese: l’insetto invasore che minaccia agricoltura e ambiente

Scarabeo giapponese: l’insetto invasore che minaccia agricoltura e ambiente
Photo by Andhoj – Pixabay
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Presente in Piemonte e Lombardia, il Popillia japonica è tra gli insetti più dannosi d’Europa. Attacca oltre 300 specie vegetali e avanza rapidamente. Ecco come riconoscerlo e contenerlo.

Scarabeo giapponese: l’insetto invasore che minaccia agricoltura e ambiente
Photo by Andhoj – Pixabay

Il suo aspetto è brillante e quasi elegante, ma dietro il corpo verde metallizzato dello scarabeo giapponese si nasconde uno dei più pericolosi coleotteri invasivi per l’ambiente europeo. Originario del Giappone e della Russia orientale, Popillia japonica è comparso per la prima volta nel nostro continente nel 2014. In Italia, ha trovato terreno fertile tra Lombardia e Piemonte, dove oggi preoccupa agricoltori, ambientalisti e amministrazioni. La sua diffusione è facilitata dalle alte temperature e dalla siccità, condizioni rese più frequenti dai cambiamenti climatici. Grazie alla sua capacità di volo – fino a 8 km – e a un ritmo d’espansione di circa 10 km l’anno, lo scarabeo si sta rapidamente radicando nelle regioni settentrionali del Paese.

Come riconoscere lo scarabeo giapponese

Identificarlo è fondamentale per attivare rapidamente le contromisure. L’adulto misura tra gli 8 e gli 11 mm di lunghezza, con una larghezza di circa 5-7 mm. Si distingue facilmente per il colore verde brillante del corpo e le elitre bronzo-ramate. Caratteristica inconfondibile: i cinque ciuffi di peli bianchi ai lati dell’addome, a cui se ne aggiunge uno terminale. È importante non confonderlo con coleotteri simili come il maggiolino degli orti (Phyllopertha horticola), più comune in ambienti montani e meno dannoso. La fase larvale, invece, si sviluppa nel terreno e si nutre di radici, diventando particolarmente distruttiva per prati, pascoli e campi agricoli.

Danni visibili e minacce invisibili

Lo scarabeo giapponese non punge e non trasmette malattie, ma è un nemico temibile per oltre 300 specie vegetali. Gli adulti attaccano in massa le foglie, lasciando intatte solo le nervature principali: il risultato è una vegetazione scheletrita, indebolita e vulnerabile. Tra le piante più colpite ci sono vite, ciliegi, meli, mais, soia e molte specie ornamentali. Le larve, invece, minano la salute del terreno: nutrendosi delle radici delle graminacee, provocano ingiallimenti, disseccamenti e perdite nei raccolti e nel foraggio. L’impatto è duplice: ambientale ed economico. Secondo gli esperti, «i danni alle foglie rappresentano il sintomo più visibile della presenza del P. japonica», ma le conseguenze sotterranee sono spesso più gravi e durature.

Cosa si sta facendo per contenerlo

Dal 2019, l’Unione Europea ha inserito Popillia japonica nella lista degli organismi da quarantena prioritari, avviando campagne di monitoraggio e contenimento. In Piemonte, tra fine maggio e luglio, sono state posizionate circa 1200 trappole a forma di ombrello, basate sul sistema attract and kill: attirano lo scarabeo con esche specifiche e lo eliminano grazie a una rete impregnata di insetticida. Si tratta di una strategia mirata e controllata, che ha lo scopo di ridurre la popolazione senza alterare l’ecosistema. Tuttavia, nei giardini privati l’uso delle trappole è sconsigliato: il loro elevato potere attrattivo rischia infatti di concentrare ancora più insetti in un’unica area. In caso di avvistamenti isolati, le autorità – come la Regione Lombardia – consigliano una soluzione semplice ma efficace: immergere l’insetto in acqua e sapone.