Quasi metà del parco auto circolante è ancora obsoleto. Un dato allarmante per chi punta sulla transizione ecologica.

L’inquinamento atmosferico resta uno dei principali ostacoli nella lotta al cambiamento climatico, e in Italia, una delle fonti più rilevanti continua ad essere il trasporto su strada. Non è tanto il numero di auto a creare criticità, quanto la loro età media elevata. Secondo un recente studio, 4 vetture su 10 hanno più di 15 anni, mentre oltre il 10% del parco auto nazionale è ancora classificato come Euro 0 o Euro 1. Dati che mettono in ombra i progressi degli ultimi anni sul fronte della mobilità sostenibile, nonostante l’evidente crescita dell’elettrico.
Oltre 18 milioni di auto da sostituire
L’analisi del Centro Studi di AutoScout24, basata su dati ACI aggiornati dal 2020 in poi, fotografa una realtà preoccupante: 18,4 milioni di auto attualmente in circolazione in Italia sono Euro 4 o inferiori, ovvero modelli immatricolati prima del 2006. Parliamo del 44,5% del totale. La crescita delle vetture elettriche è innegabile—+10,3% tra il 2023 e il 2024—ma ancora lontana dall’essere significativa: rappresentano appena lo 0,8% del parco auto. La vera svolta, quindi, passerebbe dallo svecchiamento del parco circolante, scegliendo mezzi più efficienti e meno impattanti.
Nord e Sud: l’Italia a due velocità sulla mobilità
I dati regionali mettono in evidenza un’Italia spaccata in due. Al Nord si registra una diffusione maggiore dell’elettrico: il Trentino-Alto Adige tocca il 2,8% di auto elettriche sul totale, seguito da Valle d’Aosta (1,8%) e Toscana (1%). Sommando elettriche e ibride, la media nazionale si attesta al 7,7%, ma con punte elevate al Nord: Valle d’Aosta (25,7%) e Trentino-Alto Adige (22,1%). Al Sud la situazione è molto diversa: in Campania le auto ibride ed elettriche sono appena il 2,8%, mentre Molise e Sicilia si fermano al 3,1%. La percentuale di veicoli più inquinanti (da Euro 0 a Euro 4) raggiunge invece livelli critici: Calabria (61,7%), Sicilia (61,1%) e Campania (60,2%).
Le auto inquinano, e la nostra salute paga il conto

Non si tratta solo di numeri: le conseguenze dell’inquinamento si riflettono sulla salute dei cittadini. Alcune stime indicano che in Italia lo smog riduce in media l’aspettativa di vita di circa 3 anni. Le città più esposte registrano livelli di polveri sottili e ossidi di azoto ben oltre i limiti raccomandati, con i vecchi veicoli tra i principali responsabili. E mentre la Lombardia guida la classifica in termini assoluti con oltre 2,2 milioni di auto Euro 4 o inferiori, seguita da Campania e Sicilia, emerge una verità difficile da ignorare: senza un deciso ricambio del parco auto, la transizione ecologica resta solo sulla carta.