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Il Diminuito Impegno dei Paesi Ricchi verso lo Sviluppo Globale

Il Diminuito Impegno dei Paesi Ricchi verso lo Sviluppo Globale
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Le economie emergenti e le sfide della finanza globale per lo sviluppo sono al centro delle discussioni internazionali, ma l’impegno dei Paesi più prosperi sembra diminuire.

Recentemente, un approfondito studio ha rivelato come le 24 economie maggiormente sviluppate del pianeta stiano progressivamente allentando il loro sforzo verso lo sviluppo globale. Sebbene le aspettative riguardino sempre maggiori investimenti in questo settore, la situazione attuale appare ben diversa. Molti dei Paesi con redditi elevati hanno infatti selettivamente tagliato i loro bilanci destinati agli aiuti e alla cooperazione per lo sviluppo, mentre al contempo mantengono invariati i fondi per ricerca e sviluppo.

Analisi dell’Impegno allo Sviluppo Globale

Il rapporto noto come Commitment to Development Index (CDI), stilato biennalmente dal Center for Global Development, valuta quanto i leader mondiali siano attivamente coinvolti nel favorire uno sviluppo bilaterale. Questo indice non si concentra esclusivamente sulla quantità di aiuti finanziari erogati, bensì valuta anche l’efficacia e la qualità effettive di tali finanziamenti. Come sottolineato da Ian Mitchell, ricercatore senior presso il suddetto istituto, «Spesso si pensa allo sviluppo solo in termini di aiuti, ma il CDI dimostra che anche le decisioni su commercio, migrazione, tecnologia e sicurezza sono estremamente importanti, sia per i propri cittadini che per la qualità della vita di miliardi di persone che vivono nelle nazioni più povere». Il CDI individua anche il ruolo cruciale che investimenti in ricerca, commercio e supporto ai migranti giocano nel progresso economico dei Paesi a basso reddito.

Chi è in Cima alla Classifica degli Aiuti allo Sviluppo?

Al vertice dei Paesi impegnati nelle politiche di aiuto, troviamo la Svezia, seguita da Germania e Norvegia. La Svezia si distingue nel campo delle politiche ambientali e nella sanità, ma vacilla su tecnologia e ricerca, nonostante stimoli fiscali recenti. Anche se la Germania detiene il secondo posto, le sue prestazioni potrebbero superare quelle svedesi se si considerasse il potenziale economico in proporzione al reddito nazionale. La Norvegia si classifica terza grazie agli investimenti nella salute e nella finanza per lo sviluppo, ma inciampa nel commercio e nei settori ecologici a causa degli alti sussidi agricoli e ai combustibili fossili. Interessante notare come Stati come la Francia, che scende al settimo posto, stiano perdendo terreno nel campo degli aiuti anche a causa dei tagli significativi nei contributi internazionali.

Un Impegno Che Va Sfaldandosi

Questo rapporto segnala un trend allarmante: il supporto economico per lo sviluppo, misurato rispetto al potenziale finanziario delle nazioni, si sta riducendo. Tra un inasprirsi delle sfide globali, come gli strascichi della pandemia, la guerra in Ucraina, e l’accelerazione delle problematiche climatiche, ciò appare ancora più paradossale. Nonostante queste difficoltà, i fondi dedicati alla ricerca e allo sviluppo si ampliano, superando di gran lunga quelli per la cooperazione internazionale. Di fronte a un contesto mondiale tanto complesso, l’importanza di una strategia di sviluppo integrata ed efficace non è mai stata tanto cruciale. Quello che emerge è un mondo in cui le economie più forti sembrano scegliere di chiudersi in se stesse, mentre la responsabilità globale si ritira ancora di più verso i margini del discorso internazionale.

Fonte: www.rinnovabili.it